La storia di Cavenaghi, avviatasi nel 1959, si snoda parallela a quella delle tecnologie di fonderia alla cui evoluzione la società ha portato significativi contributi. Già all’inizio della sua attività, infatti, Cavenaghi introduce in Italia un prodotto, Cecoset (cold setting Cement) destinato a risolvere il problema connesso con l’utilizzo degli oli indurenti a freddo per agglomerare la sabbia, rendendo obsoleta la preparazione delle anime con terra naturale o sintetica.

Cecoset, aggiunto alla sabbia insieme a cemento e acqua, consente di produrre, nel rispetto delle più strette tolleranze, anime e forme che induriscono a freddo in breve tempo.

Adottato dalle più importanti fonderie di acciaio e ghisa per la realizzazione di getti di grandi dimensioni, Cecoset è il primo dei successi Cavenaghi, immediatamente bissato dall’innovativa interpretazione che la società propone delle resine furaniche “no-bake”.

L’impegno indirizzato da Cavenaghi a perfezionare la tecnologia “no-bake” favorisce, infatti, la diffusione dell’utilizzo delle resine furaniche in Italia. Divenuta qualificato punto di riferimento delle fonderie italiane, Cavenaghi consolida il proprio prestigio intorno alla metà degli anni ‘60, con Amidine, preparato a base di amido di manioca pregelatinizzato che ottimizza la rivoluzionaria tecnica per realizzare forme per getti in acciaio essiccate all’aria.

Quando la carenza di alcool furfurilico rende necessario produrre resine alternative a quelle furaniche, Cavenaghi mette a punto le resine indurenti a freddo a base di fenolo, la cui competitività, in termini tecnici ed

economici, le fa preferire alle stesse resine furaniche.

All’inizio degli anni ’70, Cavenaghi dà il via alla costruzione dell’impianto di solfonazione che continua a permettere alla società di rispondere alla sempre elevata richiesta, espressa dall’Italia e dall’estero, di acidi organici per indurire le resine “no-bake”. Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ’80, le capacità innovative di Cavenaghi si

traducono nello sviluppo del proprio sistema agglomerante poliuretanico funzionale ai processi “cold-box” per la produzione di anime di serie.

Al 1985 risale l’acquisizione dei brevetti Borden, che permette a Cavenaghi di realizzare e commercializzare in Italia le resine fenoliche alcaline, premessa alla diversificazione produttiva in virtù della quale la società risponde con successo anche alla richiesta di prodotti per laminati decorativi, refrattari e abrasivi e di Sali sodici per detergenza.

Intorno alla metà degli anni ’90, Cavenaghi si dota di reattori di avanzatissima concezione progettuale: interamente gestiti da sistema di controllo distribuito, i reattori ottimizzano la costanza qualitativa delle resine e, grazie al raffreddamento ad aria, eliminano il consumo di acqua. La competitività dell’offerta Cavenaghi, conseguentemente cresciuta, consolida il successo della società, che, dopo pochi anni, deve raddoppiare la capacità produttiva dell’impianto per far fronte alla domanda indirizzatale dal mercato, nazionale e internazionale.

Peculiare di Cavenaghi è la costante ottimizzazione dei propri prodotti, il cui progetto è mirato a interpretare con precisione e puntualità (spesso anticipandola) l’evoluzione delle esigenze degli utilizzatori.